Due piccoli reportage sulla poesia e sull’inquietudine della provincia italiana

di Romeo Vernazza

T’amo Pio Boh

Leopardeggiare/v.intr. (io leopardeggio; aus. avere) – raro. Imitare lo stile o gli atteggiamenti di G. Leopardi.
Dal Vocabolario della Lingua italiana Zingarelli

Che si fa per bere chardonnay a sbafo in un angusto sabato del villaggio?
Ma si va al meeting di poesia, un evento dove macilenti esistenzialisti declamano spezzoni presi a caso da libri, giornali e menu di trattorie fuori porta. Il posto è l’atrio del Comune, sotto il cui alto patrocinio è organizzato il meeting Articolazioni in versi: la poesia della chirurgia della mano. Siamo nel bel mezzo della kermesse, la sala è colma, il pubblico eterogeneo: dal nonno rintronato con cappello da marinaio al funzionario del partitone democratico che non alza gli occhi dallo smartphone perché tanto lui già sa, dall’austera presidentessa del FIDAPA rionale al prof di filosofia, incarognito da anni di ripetizioni sottobanco a brufoli travestiti da ragazzo. In un angolo, dietro alcune buganvillea in poliestere, stanno giustamente appartati i maestri distillatori di esistenza in versi, in dolcevita e pantaloni neri, flosci perché lì dentro ci sono corpi contriti. Sul palco sta declamando un anziano poeta di 32 anni, faccia a punta, capelli radi, denti gialli, alle spalle una lunghissima e sofferta esistenza. Gli altoparlanti diffondono il suo verbo.


Pulsioni complesse/ carne che trema / rossa/ in androni di velluto e oro/ il liquido seminale/ di un membro assuefatto/vento e nuvole/ non dormire/ mia madre piange/ uomini caduti in battaglie immaginarie/ e non /un vischioso sudario/ una cappa di piombo su misura/ avvolge cose persone tutto/ non dormirò/ in questo letto sfatto/ mai più.

È un mondo difficile, è vita intensa. Applausi, qualcuno si alza in piedi: forse per prendere la mira con un corpo contundente. No. Macché, è la standing ovation, si usa così ora, anche ai funerali. La ola viene scongiurata grazie alla configurazione a T della sala.
La lettura della biografia del Poeta getta ombre inquietanti sull’idea stessa di esistenza: egli è nato a Castellazzo di Sotto, dove vive e opera (?); non è sposato, ha pubblicato a pagamento due volumi di versi, ha vinto per tre volte il premio CastellazzoPoetry (ma allora, tutta quella disperazione?). Me lo vedo, a casetta sua, seduto sul divano di mamma, con borchie e centrino annesso (il divano), tappeto comprato all’Ikea (unica sua scelta adulta), portacenere della Ferrochina Bisleri (ricordo del babbo), mentre rimira beato le tre pergamene honoris causa di cui sopra, in cornici silver plated.
Ma allora – ripeto – tutta quell’angoscia, i sudari e le cappe di piombo? Mah. Che vogliamo saperne noi. Al buffet, dove invece potremmo dire la nostra, il bottino è magro: due sorprese di pasta sfoglia, in una c’è un piccolo cubo di emmental, nell’altra una sconosciuta forma di vita violetta, otto olive, patatine effetto bacon, il vino mi garantiscono che è vegano.
Ed è già tempo di tornare a casa, a vivere e morire, da soli o in compagnia.

Inquieti

Gli aristocratici, inamidati ed occhialuti
sputando rabbia,
si trascinavano in fuga
là dove ancora hanno qualche valore
i titoli di conte o di barone.
Buon viaggio!
Noi,
anche ad ogni cuoca
insegneremo a dirigere lo stato.

V. V. Majakovskij, Poema di Lenin

 

Nonostante l’internet, la cementificazione delle campagne, il condominio globale, il seitan tonnato e i biscotti inzupposi abbiano sostanzialmente cancellato ogni forma di localismo vernacolare, in provincia sopravvivono piccole enclave di retroguardia organizzata.
Un’oscura, inquietante setta ha fatto capolino in una vecchia cittadina già bigotto-comunista, ora convertita a bed & breakfast periferico. Si fanno chiamare il Forum delle Genti Inquiete. Gente pesa, come si dice a Bologna, più pesa dei quaccheri fan di Star Trek, o dell’Accademia della Crusca Kellogg’s, persino dei sodomizzatori virtuali delle Barbie da collezione. Trattasi probabilmente di sub-agenti multilevel di prodotti di pulizia per le lettiere del gatto, commesse di pellicceria amanti delle civiltà precolombiane, insegnanti frustrati da alunni che pensano che Auschwitz sia un’acqua tonica, o che la tavola degli elementi sia un fast food pieno di gente simpatica. Ciò comunque non esime costoro dal riunirsi (fin qui niente di male) e organizzare iniziative (ahi) che, a detta loro, rivelano la sottile inquietudine del mondo moderno. Bene. Ora, cosa ci si aspetta da chi non sta fermo, da chi sente la frenesia della vita che scorre? Una qualche visione obliqua e inquietante di questa magnifica modernità stracciona? Come no! Le iniziative appena consegnate alla cronaca sono le seguenti:

  • Rassegna sull’olio di oliva, con degustazioneLa scultura lignea nelle cappelle votive
  • Prestidigitazione e cucina
  • Mater rancorosa: apparizioni mariane, profezie e minacce di sfratto
  • La favola del pesce azzurro
  • Introduzione alla scienza grafologica
  • Le onde cerebrali parlano. La scienza tra sensitività ed energia universale
  • Introduzione alla birra (questa niente male, anche se era meglio l’introduzione di birra)
  • I geroglifici egiziani e la floroterapia di E.Bach
  • Convegno sul virtuosismo musicale

Punto. Ma ora un nuovo dubbio inquietante assale gli inquieti.
A chi appartengono le ossa conservate in cattedrale?
E’ questo uno degli interrogativi al quale si tenterà di dare una risposta nel corso della visita guidata dal titolo I segreti della cattedrale, aperta solo a membri e non membri del circolo. Il “giallo” delle reliquie di Santa Pippa è uno dei temi più appassionanti della visita. Inoltre i partecipanti avranno la possibilità di appassionarsi ai tesori conservati in cattedrale. Primo fra tutti la preziosa Croce Fissa, che contiene reliquie della spugna, delle ciabatte e dell’accappatoio della Passione, del body della Maddalena e del S. Sepolcro, oltre a numerose falangi di apostoli e di popolari santi. Si potranno inoltre ammirare il primitivo seggiolone ligneo del Beato Aureliano e il pregiato gruppo scultoreo della Gita in Egitto, che presto sarà in mostra al Louvre.