Le malebolge

Esaurito

(4 recensioni dei clienti)

L’ultimo lavoro di Alexandro Sabetti.

Descrizione

Una libro di racconti di
Alexandro Sabetti

 

172 pagine - 14x19cm - Euro 15,00

 

Non tutti a questo mondo hanno voglia di comprendere cosa gli sta intorno. Già, proprio capire il mondo, nella sua totalità, pienezza. A molti, per esempio, basta un abbonamento a Sky, per poi mettersi lì davanti ad attendere il calcio d’inizio e una palla che rotola. Se così non fosse, tutti avrebbero a mente le osservazioni di Wittgenstein sulla categoria della Certezza, e non certo le battute di Paolo Villaggio su Fantozzi che si mette lì in attesa della partita con “calze, mutande, vestaglione di fl anella, tavolinetto di fronte al televisore, frittatona di cipolle, per la quale andava pazzo, familiare di Peroni gelata, tifo indiavolato, rutto libero!”. Il mondo, nel senso del suo consesso, lo sappiamo, è cosa assai modesta. Non vuole pensieri, proprio come un celebre organo centrale nel nostro corpo. Alex Sabetti anche lui, se solo potesse, preferirebbe non conoscere nulla di nulla, ma c’è un però, immenso quanto l’insofferenza verso l’esistente, grande quanto la Coppa Intercontinentale fra Pianeti Avversi. Alex, come già l’indefinibile genio Frank Zappa, ama tuffarsi giù dal molo della complessità, per mettersi a nuotare nel mare aperto delle informazioni, di più, dei saperi; chiunque altro, dopo lunga traversata, riemergerebbe nell’azzurro rassicurante di una piscina, fosse anche simile a quella sotterranea dove risiedono i mezzi anfibi della Spectre nel celebre 007 operazione Goldfinger, nel suo caso invece c’è la rivelazione delle “malebolge”, parola dal copyright dantesco dove come teste sulle picche appaiono il meglio e il peggio della nostra contemporaneità, da Recoba a Assurbanipal ai Joy Division, e ancora nel suo mattinale letterario e filosofico c’è modo di imbattersi in una nomenklatura fantastica che rimanda a certe parodie majakovskiane del sistema burocratico, e perfi no in una fauna degna di Moebius, il disegnatore capace di trasformare un cigno in elicottero del Vietnam. A giorni alterni, dunque, Alex Sabetti meriterebbe d’essere nominato ora cavaliere del lavoro, ora commissario del popolo per il solo fatto di cercare il bandolo di un tempo storico sempre più insensato.

(di Fulvio Abbate)

Informazioni aggiuntive

Dimensioni 19 × 14 cm
pagine

172

isbn

9788897309529

copertina

di Giacomo Mearelli e Patrizia Ruggiero – agenzia2d.it

4 recensioni per Le malebolge

  1. Giovanni Russo Spena

    “Tra Majakovskij e Ionesco, Alex Sabetti ci trasporta nell’assurdo rendendolo reale. O viceversa. Le Malebolge sono il nostro tempo” GIOVANNI RUSSO SPENA

  2. Fulvio Abbate

    “Alex Sabetti meriterebbe d’essere nominato ora cavaliere del lavoro, ora commissario del popolo per il solo fatto di cercare il bandolo di un tempo storico sempre più insensato.” FULVIO ABBATE

  3. Sandro Medici

    “Dirò una cosa che sembra banale e invece banale non è: Alex Sabetti scrive bene. Terribilmente bene” SANDRO MEDICI

  4. Mary Ferrara

    Ho finito di leggere Le Malebolge stanotte. Una delle mie tante notti insonni. Complice la curiosità di finirlo. E’ un libro che ti prende a schiaffi, a volte senza sapere perché e senza un motivo apparente. L’ultimo racconto chiude tutto o forse apre qualcos’altro, un Uroboro narrativo che rincorre l’intentato. Rovescia il conformismo con le sue stesse armi, manager e finanza diventano i carnefici della loro stessa divinazione, sgretolando al tempo stesso principi che ci si autoimpone per rimanere al passo con quel tempo che noi attribuiamo a noi stessi. Privo di sentimentalismo perchè riesce a mantenere purezza, candeggiando il vissuto ed il visionario da quello che è ‘umano’, (e quindi universalizzandolo) e trasportarlo in un contesto letterario senza epoca. Emerge poco l’uomo di sinistra, quasi a volersi staccare per cercare una identità differente di uomo. Ed anche le figure femminili sono marginali, tranne in Astaroth dove Lazlo mi fa pensare a una madre (o comunque ne incarna il femminino sacro)
    Mary Ferrara ( Docente e Amministratrice dell’Accademia di Arti Drammatiche TeatroSenzaTempo)

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