La mia morte

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Un romanzo di G sul diritto alla propria morte.

Descrizione

La mia morte

un romanzo di G

 

Formato 14x21cm, pagine 150, isbn 9788885798083
Euro 14,00 

 

Il momento peggiore è il risveglio. La prima cosa che pensi è: Maledizione! Sono ancora vivo! È terribile acquisire nuovamente, ogni giorno, consapevolezza del tuo stato di prigioniero del tuo stesso corpo, sepolto nella tua propria viva carne, incatenato dalla tua malattia: il morbo di Parkinson. Peggio ancora inchiodato a questa vita senza possibilità di fuga dalla crudeltà della confraternita dei sadici, indifferenti al fatto che essere sepolto vivo è senza dubbio la paura più estrema in cui possa incorrere un uomo.

G, il protagonista del romanzo è anche il suo autore, un parkinsoniano di mezza età: colto, arrogante e antipatico. Un uomo che, coraggiosamente, per mezzo della creazione letteraria ha scelto di raccontare il decorso di una malattia che gli ha imposto di cambiare radicalmente stile di vita.
La mia morte è un romanzo spietato e sincero, lirico e commovente che non ha bisogno di alcuna presenza autoriale in quanto – come ogni lettore sa – può raggiungere autonomamente il pubblico a cui è destinato.

Informazioni aggiuntive

Dimensioni21 × 14 cm
isbn

9788885798083

copertina

Francesco Dezio

1 recensione per La mia morte

  1. Chiara

    G è un uomo: bello, atletico, borghese e stronzo “Sì, perché se uno è stronzo nun je poi dì stupidino” (cit.). G è nel pieno della propria vita e professione, G corre per chilometri senza stancarsi, G si sente invincibile.
    G corre, corre forte fino a quando, in un giorno come un altro, qualcosa inizia a disturbare la sua gamba.
    Quello sarà il segnale di qualcosa che cambierà totalmente tutto, che farà riavvolgere il nastro della sua vita, che aprirà una voragine nella quale sprofonderà senza via di scampo, o forse sì.
    G ha il Parkinson, come il suo autore, che si chiama G anche lui. G non è l’autore o forse sì. Le carte si mischiano e chi sia l’uno o l’altro poco importa. Ciò che conta in questo libro è il messaggio, la richiesta di avere una morte dignitosa quando “la croce che ci è stata assegnata” non è più sostenibile. La libertà di poter scegliere quando andare, quando ormai è giunto il momento e quel che si voleva vivere si è vissuto.
    “La mia morte” è un inno alla vita e proprio per questo è un romanzo che parla di eutanasia o, se vogliamo, di suicidio assistito involontario, ma questo lo scoprirete leggendo.
    Perché ho deciso di pubblicare questo libro? Perché anche attraverso un romanzo si possono raccontare le battaglie etiche e i percorsi che dovremmo intraprendere per essere un Paese un po’ più civile, perché eutanasia non è obbligare qualcuno a morire, come spesso e malignamente si insinua, ma è un modo per far vivere al meglio una persona fino al momento in cui lo reputa giusto.

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