Frequenti improbabilità

Recensione da

Micropolis/Il Manifesto

Frequenti improbabilità è una raccolta di racconti brevi edita alla fine dell’anno appena passato da Tempesta Editore. L’autore è Alessandro Chiometti, ternano, compagno da sempre, noto laico e laicista, fotografo e cultore del cinema horror, scrittore. Ha già pubblicato, per Dalia Edizioni, due romanzi che vengono definiti rispettivamente noir e thriller gotico. Torna a farsi leggere con una raccolta di racconti molto brevi, che incedono senza fatica sopra lo stato di premorte, gli amori da bar, l’amnistia di Togliatti, Terni, il diritto a morire e quello a ribellarsi, i fenomeni paranormali.

Quello di Chiometti è uno sguardo empatico sulle vicende banali dell’umano post-socialista in cerca di un’idea di giustizia. Qui il racconto storico accurato e sentimentale lascia spazio nel giro di poche righe alla comicità più spietata, la critica informata dell’esistente ai dialoghi quasi veristi di personaggi che non sono certo intellettuali. Però educano con garbo, le anime di Chiometti. Educano a dare attenzione alla misura umana delle vicende personali che stanno dietro a ogni grande titolo di giornale. Femminicidio, eutanasia, omicidio, adozioni gay nascondono facce e  nomi, sentimenti e storie che popolano Frequenti improbabilità.

Se alla fine di questa raccolta vi sentite spiazzati – scrive l’autore in una nota – non meravigliatevi. Era esattamente il mio intento: fornire punti di vista alternativi a quelli convenzionali. Ciò che spiazza, oltre ai punti di vista, è la facilità con cui Chiometti riscrive registro, stile, tono e carattere in ogni pagina: una qualità di certo da apprezzare, e dalla quale trarre parte del godimento che non può che accompagnare la lettura del suo ultimo lavoro. Leggendo Frequenti improbabilità passiamo per luoghi in cui tutto appare  estremamente vero, attuale, cucito su un’esperienza delle persone e dei luoghi che lascia poco spazio all’artificio. Segno questo – nonostante  le dovute incidentali – di un grande amore tra Chiometti e la sua Terni maltrattata, che crediamo possa essere corrisposto.