Lui di Chiara L’EditorA

Tutti nascondono qualcosa che nella vita li ha cambiati: una gioia, un dolore, un evento particolare ma lei nascondeva qualcosa in più. Sì, lei non era come gli altri, dentro i suoi occhi aveva un fuoco particolare, non era forte, non era vivo, anzi, si potrebbe dire somigliasse a un fuoco freddo, che non    riscalda.
Era ferma davanti alla finestra e guardava fuori. Non abitava in una brutta zona, in verità neanche bella, ma era una di quelle in cui vivono i cittadini medi: macchina mediamente costosa, casa mediamente grande, cultura mediamente ampia.
Fissava fuori e guardava la vita che scorreva, la figlia della vicina, ormai adolescente, bella e spensierata; il signore della casa di fronte, vecchio ferroviere in pensione, sempre in giro col cane, col sole e con la neve, pur di non stare in casa con la moglie e poi c’era lui. Beh, lui non si può descrivere così, innanzitutto bisognerebbe scrivere Lui, con la maiuscola perché era bello, bello come Massimo Ranieri. No, di più, era bello come Alain Delon ai tempi d’oro e ogni volta che lo vedeva le tremavano le gambe, la voce e il cuore.
Lui che non la vedeva, se non quando se la ritrovava proprio di fronte, spettinata e sgangherata, con le buste della spesa. E la guardava con aria bonaria, con un sorriso di tenerezza, quanto di più lontano da qualcosa di erotico. Però lei si accontentava perché tanto sapeva che più non poteva chiedere.
Lui, uomo bellissimo dalla professione ignota, sempre in ordine e sempre bello. Lui con il suo SUV bianco, Lui che ogni tanto ospitava in casa una bella donna; bella quasi quanto Lui.
E lei, un po’ indifferente e un po’ sfigata, lei che per una vita ha lavorato dietro una scrivania. Lei che avrebbe voluto fare tanto ma per pigrizia e vicissitudini della vita si è limitata ad accendere un mutuo e comprare una casa, come diceva sempre quella buonanima di suo padre, che era l’unica certezza solida, anche in caso di grande crisi.
Ecco, lei passava le sue giornate così: sveglia allo stesso orario di quando lavorava, colazione, igiene personale, pulizie di casa, spesa, pranzo, finestra, tv, finestra, tv, libro, finestra, cena, tv e letto. Probabilmente, da quando era andata in pensione, non aveva fatto altro, a parte qualche noiosa partecipazione all’anniversario per i millemila anni di qualche coppia di conoscenti, magari ex colleghi e qualche riunione di ex compagni, quelle a cui si partecipa solo con la speranza di vedere quanto è andato giù il culo alla più bella della classe e quanto è diventato cadente e calvo quello che all’epoca ti aveva dato il due di picche.
Uno di quei tanti giorni, di quelle tante volte che lei tornava con la spesa a casa, Lui le venne incontro, ma lei non ci badava, pensava di avere qualcuna dietro, invece no, camminava proprio verso di lei.
Non poteva crederci e, comunque, invece di essere contenta, si sentì turbata, non era preparata a tanto e poi Lui era un amore platonico, il bel tenebroso avvolto dal mistero, colui che avrà una vita avventurosa dietro una parvenza di vita normale.
Lui la saluta, lei ricambia e sente un po’ di calore sulle guance.
Lui probabilmente se ne accorge e accenna una leggera risata.
Lei gradisce e abbassa lo sguardo.
Lui chiede se può accompagnarla e aiutarla a portare la spesa e, nonostante lei pensasse no, fa cenno di sì con la testa.
Lui prende le buste e lei lo lascia fare, imbarazzata perché, in vita sua, mai nessuno aveva fatto nulla di simile.
Si avviano verso casa.
Lei gli cammina dietro, gli guarda il culo, la schiena bella dritta e sorride. Non capita tutti i giorni di avere un bel culo che porta dentro la spesa.
Arrivano davanti alla porta, Lui aspetta che lei tiri fuori le chiavi e apra; lei è titubante, le sembra di essere sfacciata a farlo entrare, poi alla fine cede e non gli dice di posare le buste all’ingresso ma gli apre la porta e col braccio lo invita a entrare.
Lui si muove con disinvoltura in quella casa, come la conoscesse già. Lei non ci fa caso più di tanto, si vede che è uomo di mondo.
Posa le buste sul tavolo della cucina e, con fare deciso, si volta verso di lei. La guarda intensamente, quasi la spoglia con gli occhi. Lei arrossisce, diventa paonazza, le manca il fiato. Lui continua a fissarla, neanche una parola, solo un intenso sguardo che le strappa abiti, pelle e tutto di dosso.
La sua anima è nuda.
Lui continua ad avvicinarsi.
Lei inizia ad avere il fiato corto.
Ormai è a pochi centimetri, con le mani le abbraccia il viso e poi giù verso il collo. Inizia a stringere. Lei sente venir meno le forze ma lucidamente riesce a far passare la mano dietro, estrae uno stiletto da un taschino dei pantaloni, glielo pianta nelle palle. Lui sbarra gli occhi e allenta un po’ la presa. Lei lo fissa. Si fissano. Lei dalle palle passa allo stomaco poi, con fare da chirurgo, passa veloce tra una scapola e l’altra. Lui cade. Lei lo guarda. Guarda il sangue che sporca il pavimento, poi si avvicina alla finestra che dà sul giardino, trasandato e pieno di dossi e pensa “Questa notte si scaverà di nuovo”.