L’importanza di chiamarsi Trotula di Alessandro de Leo.

Tra i vari primati che il Regno delle Due Sicilie poteva vantare ce n’erano alcuni che riguardavano il campo della medicina.

1782: primo intervento di profilassi antitubercolare in Italia;

1813: Reale Morotrofio di Aversa, primo ospedale psichiatrico italiano;

1860: la più alta percentuale di medici per abitanti in Italia.

I primati in questo campo però risalgono a molti secoli prima. All’inizio dell’anno mille, infatti, “a Salerno c’era una scuola ben ordinata la quale sorse per opera di cultori delle discipline mediche”. La fondazione della scuola risale, si dice, alla comparsa della Societas forse intorno alla prima metà dell’XI secolo. È di quegli anni un primato, molto probabilmente italiano o addirittura europeo, che la scuola medica salernitana già vantava dagli inizi della sua fondazione: le prime donne medico.

La più rappresentativa è Trotula De Ruggiero, la più famosa delle “Mulieres Salernitanae” (le “Dame della Scuola Medica Salernitana”). Vissuta intorno al 1050, apparteneva ad una famiglia agiata. Dopo aver studiato proprio nella scuola salernitana, ne diventa insegnante.

Pubblicò diversi trattati di medicina, nell’ambito della dermatologia, ginecologia e ostetricia (le sue conoscenze permisero a molte donne di portare a termine gravidanze difficili e i suoi studi la portarono a nuove scoperte anche nel campo delle malattie sessuali) e fu l’antesignana della prevenzione e dell’igiene personale (aveva intuito l’importanza di una equilibrata alimentazione, unita ad attività fisica.). Verso la fine dell’XI secolo, insieme al marito Giovanni Plateo il Giovane e ai figli, lavorò alla stesura dell’enciclopedia medica “Pratica Brevis”.

Per la cura delle malattie era decisamente contro le pratiche del suo tempo, basate principalmente sulla magia e sulle litanie religiose, contrapponendo ad esse, l’uso delle medicine e di bagni, massaggi e trattamenti più delicati. Inoltre, i suoi consigli, erano di facile applicazione ed alla portata dei più poveri.

Trotula spiccò tra gli esponenti della più grande istituzione culturale del medioevo, la Scuola Medica Salernitana, che ebbe come vantaggio anche il fatto di non essere controllata (e oppressa) direttamente dalla chiesa, considerata la prima Università d’Europa.

Nel giorno della sua morte un folto gruppo di derelitti la accompagnò nel suo ultimo viaggio.

Una figura che va quindi rivalutata per quel che merita, da aggiungere alle tante altre che il nostro sud ha saputo regalare.