La chanson d’Aspremont di Alessandro De Leo

Nel 1190, prima di intraprendere quella che sarebbe passata alla storia come Terza Crociata, il re di Francia Filippo Augusto e quello d’Inghilterra Riccardo “cuor di Leone”, sostarono nella città siciliana di Messina. Qui ebbero modo di ascoltare da un trovero normanno, Ambroise, una nuova composizione che rientra nel ciclo di storie dedicate ai paladini di Francia guidati dall’imperatore Carlo Magno: La Chanson d’Aspremont.
Il poema, scritto in francese antico, è ambientato a Risa, l’attuale città di Reggio Calabria. Il nucleo centrale della storia riguarda la conquista della cristiana città di Risa da parte Almonte, figlio del re musulmano Agolante e della successiva riconquista cristiana da parte di Carlo Magno. Uno dei protagonisti della vicenda è il giovane Orlando, non ancora paladino di Francia che, grazie al suo coraggio, salva da morte certa il suo imperatore.
La Chanson d’Aspremont è un poema di grande valore ed importanza. È stata riscritta più volte (ne esiste anche una versione del 1400) ed è servita a tanti autori che, per la realizzazione delle loro opere, si sono ispirati alla stessa: uno tra tutti, Ludovico Ariosto, che ha guardato proprio alla Chanson d’Aspremont per il suo Orlando Furioso.
Fa specie pensare che, proprio questo poema (la versione originale del 1100), composto nella Calabria normanna di allora, e che può essere a pieno diritto considerato poema nazionale, non abbia avuto, ad oggi, nessuna traduzione in italiano. Esistono, infatti, traduzioni in francese, inglese e, addirittura, finlandese, oltre a parti inedite custodite in Francia, Inghilterra e a Venezia.
È in questo poema, infatti, che Orlando diventa paladino di Francia ed entra in possesso della famosa spada Durandal, una composizione che è quasi coeva della più famosa Chanson de Roland che viene ancora oggi, studiata nelle scuole.
Ci sono molti progetti che prevedono la traduzione in italiano di questa opera che, a mio modo di vedere, dovrebbe trovare maggiore lustro proprio nella terra in cui è nata, la Calabria. Ma sono proprio i calabresi quelli che, paradossalmente, meno la conoscono.