di Chiara (L’EditorA)

Provammo ad andare a sederci dalla parte del torto, eravamo stanchi e avevamo camminato tanto, ma lungo la strada vedemmo una lunga scia di sangue: era sangue di fratelli francesi, era sangue di fratelli italiani, era sangue di fratelli morti in mare e c’era anche il sangue dei fratelli morti in Paesi lontani, quelli che vediamo distrattamente mentre mangiamo. C’era sangue dappertutto e si chiamavano Charlie o forse no, a loro non importava più.
A tentoni arrivammo dalla parte della ragione e lì tutti litigavano perché, da quella parte, è sempre così: ognuno ha la sua e la urla forte per sovrastare quella dell’altro. Camminando vedemmo delle foto in bianco e nero, foto che accettavano la sfida, ma in ospedale non ci sono foto in bianco e nero, ci sono tutte le sfumature dei colori e c’è la prevenzione, che non ha foto ma ha esami, quegli esami che spesso ci troviamo a pagare perché le liste di attesa sono lunghe, i soldi sono pochi, salvo poi ritrovarsi una campagna pubblicitaria insulsa che tutto riesce tranne che nell’intento prefissato, pagata anche con quei soldi.
Poi guardammo poco in là, nel paese di Chi Non So e vedemmo gente che accusava i poteri forti. Nessuno sapeva chi fossero ma dovevano essere davvero brutti e cattivi se tutti scappavano via. Decidemmo che torto o ragione non erano per noi. E rimanemmo fuori ad aspettare di metabolizzare tutta la ragione che ci avevano tirato addosso.