di Alexandro Sabetti*

IL RADUNO DI POSILLIPO  (l’Intellighenzia partenopea  risponde a Salvini.)

Dal nostro inviato il resoconto della giornata:
Sotto l’ira sbiadita di un pallido sole invernale, è iniziato stamane il raduno del popolo meridionalista, una festa di colori nata per reazione all’incombere dell’egemonia mediatica dei nero-verdi salviniani.  Alle  prime  luci  dell’alba  i primi  militanti,  vestiti da normanni (la  componente dura e pura della  base, che si differenziava  da quelli  più  vicini  all’ala  moderata  e democratica,  vetero bassoliniana,  i quali erano in tenuta da greci antichi sui bassorilievi), si  sono recati ai bagni Poseidon per raccogliere, nell’Ampolla di Posillipo,  le Sacre Acque Partenopee e dopo, in processione sul lungomare di Mergellina,  hanno raggiunto il raduno vero e proprio  sotto la  collina di Posillipo,  distribuendo taralli  ai passanti.
Dal palco si sono succeduti gli  interventi della  intellighenzia  meridionalista.  Il più applaudito è stato il discorso di Gennaro Montuori, alias  Palummella,  ex capo storico della curva degli ultras  napoletani,  che ha chiesto a viva voce: – Basta  chiacchiere e promesse,  vogliamo il lavoro a Napoli! Ma lo debbono fare i milanesi!
Piccolo momento di tensione quando un sindacalista ha contestato questo passaggio dicendo che – il lavoro spetta  ai napoletani. Devono lavorare loro, è un loro diritto -.
Dalla  folla  s’è alzato un grido disperato: – noooooooo!!! – E solo il servizio d’ordine  ha evitato che il sindacalista  fosse  linciato. E il raduno è proseguito al coro di – Vogliamo i sussidi! Vogliamo i sussidi! –
Immancabile il momento di commozione  finale  quando  su un maxi schermo è stato proiettato il filmato del secondo gol di Maradona in Argentina-Inghilettra del 1986, quello  del 2-0. Lacrime, abbracci e il coro – Jamme Jamme -.  La chiusura  della  manifestazione  è stata affidata a Luigi Necco che con il suo – Milano chiama, Napoli risponde – ha sancito una connessione  sentimentale  più forte, non solo di qualsiasi boutade  proveniente dal ventre nero del paese, ma ancor di più di qualsiasi trattato firmato a Maastricht.  

* Avvertenza: l’autore del testo è napoletano…