Buon anno un cazzo.

E’ stato un anno faticoso, doloroso e pieno di rabbia.
Ci siamo riempiti gli occhi di guerre, di morti e di malattie.
Di truffatori sulla nostra pelle, di massacri ingiustificati e di violenza gratuita.
Si sono scatenati inferni giudiziari finiti poi come un qualsiasi peto, con una piccola scia di puzza, ma niente di che.
Ci siamo fatti incantare da un uomo vestito di bianco, che usa bene le parole e il suo carisma, ma che allo sciogliere della neve lascia la merda che lasciavano gli altri.
Abbiamo visto gente ammazzarsi perché uno Stato filoclericale decide ancora come bisogna vivere, procreare e morire.
Abbiamo visto morire gente per una partita di calcio, perché andare allo stadio non è più divertimento, ma una missione di guerra.
Abbiamo visto donne violentate nello spirito e nel corpo.
Bambini ammazzati come agnelli al macello, nelle guerre e nelle candide famiglie da Mulino.
Abbiamo visto anche uomini insultati per avere denunciato uno stupro, perché l’uomo deve dimostrare sempre di avere piacere, anche quando il gesto fa schifo.
Abbiamo assistito all’uccisione di un’orsa, perché certi uomini si sentono cazzuti come gli uomini delle caverne quando si procuravano il cibo.
Sono morti personaggi importanti e ingombranti che passeranno alla storia, ognuno nella sua specialità. Sono morte persone comuni, importanti e ingombranti, tanto da lasciare un vuoto immenso.
Abbiamo fatto la guerra a questa o quell’altra presentatrice televisiva, barcamenandoci un po’ qui un po’ lì, un po’ come ci guidano l’indignazione del momento.
E ora che l’anno sta per finire, ci rimane comunque un senso di nostalgia: nonostante tutto siamo ancora qui per raccontarlo.
Che il 2015 sia migliore per tutti.